Diga di Vagli (Lucca)
La diga di Vagli costituisce un esempio di diga a gravità rialzata, in quanto è stata costruita mediante il rialzamento di una prima diga a gravità di altezza minore. La diga di Vagli costituisce inoltre lo sbarramento principale del sistema di invasi a scopo idroelettrico presenti nel bacino idrografico del fiume Serchio.
Inquadramento
La diga di Vagli è ubicata nei Comuni di Careggine (LU) e Vagli Sotto (LU) in Garfagnana e sbarra le acque del torrente Edron. L’invaso della diga è utilizzato per la regolazione annuale delle portate del torrente Edron ai fini della produzione di energia elettrica nella centrale Enel Green Power di Torrite nel Comune di Castelnuovo Garfagnana (LU). La diga è stata costruita in due fasi successive; ovvero una prima opera di sbarramento realizzata nel periodo 1941-1947 è stata sovra-alzata di circa 30 m nel periodo 1951-1953, per raggiungere la configurazione attuale che presenta un’altezza complessiva di 88 m. Nel serbatoio della diga di Vagli vengono restituite anche le acque derivate dall’invaso della diga di Gramolazzo ubicata nel Comune di Minucciano (LU). I versanti del bacino imbrifero sono prevalentemente boscati con presenza di vegetazione ad alto fusto.
Geologia
La struttura della diga di Vagli è interamente impostata su di un complesso carbonatico, formato essenzialmente da calcari grigio scuri o grigi, fittamente stratificati, intercalati a marne calcaree. La formazione carbonatica risulta molto compatta con presenza di stratificazioni. Sul fianco destro l’inclinazione stratigrafica è diretta verso monte, più accentuata nelle porzioni a quote più elevate della sponda; sul fianco sinistro gli strati rocciosi risultano inclinati verso monte e verso destra rispetto alla valle.
Caratteristiche
La diga è in calcestruzzo del tipo a gravità ordinaria e, come sopra detto, è stata costruita in due fasi successive. La struttura è a profilo triangolare ed andamento planimetrico arcuato con raggio di 150 m al coronamento, suddivisa in dieci conci separati da giunti di contrazione. Lo sviluppo del coronamento è di 150 m. La larghezza del coronamento è pari a 5 m, mentre la larghezza in fondazione è pari a circa 70 m. I giunti di contrazione, con interasse di circa 15 m, sono estesi a tutta l’altezza della diga e sono costituiti da riprese di getto, con superfici combacianti, ad andamento planimetrico a spezzata, separate con cartoni bitumati.
Il dispositivo di tenuta è formato da una lamiera di rame piegata ad U ed immorsata nel calcestruzzo degli elementi contigui; a valle di essa è presente un pozzetto di forma quadrata predisposto per essere eventualmente riempito di bitume.
Il sistema drenante in corpo diga è costituito da canne verticali del diametro di 30 cm con interasse di circa 2 m poste ad una distanza di 3-5 m dal paramento di monte.
Le canne verticali sono intercettate da 5 cunicoli longitudinali di ispezione e raccolta drenaggi, collegati da discenderie lungo le imposte; i due cunicoli superiori sono ubicati nella parte di più recente costruzione. Al cunicolo inferiore fanno capo le canne drenanti in fondazione.
La struttura della diga è monitorata mediante la misura strumentale degli spostamenti planimetrici (pendoli rovesci), delle dilatazioni in corrispondenza dei giunti di costruzione, delle perdite e delle filtrazioni.
Opere di scarico
Scarico di superficie:
ubicato in sponda destra fuori dal corpo diga, è costituito da un manufatto in calcestruzzo in cui sono state ricavate tre luci con soglia a quota 557,00 m s.l.m.; ogni luce è intercettata da una paratoia piana di dimensioni 7,7 m x 3,0 m a comando oleodinamico e manuale. Lo scarico di superficie è in grado di rilasciare una portata di 230 m3/s alla quota di massimo invaso.
Scarico di mezzofondo:
è costituito da una galleria circolare ricavata in sponda destra con diametro pari a 2,50 m e rivestita in calcestruzzo. L’imbocco dello scarico, a quota 530,00 m s.l.m., è intercettato da due paratoie piane disposte in serie, a manovra oleodinamica e manuale. Lo scarico di mezzofondo è in grado di rilasciare una portata di 80 m3/s alla quota di massimo invaso.
Scarico di fondo: è costituito da una galleria in sponda destra, fuori dal corpo diga, rivestita in calcestruzzo di larghezza 2,30 m e altezza in chiave di 2,00 m; l’imbocco a quota 473,50 m s.l.m. è presidiato da due paratoie piane disposte in serie, a manovra oleodinamica e manuale. Lo scarico di fondo è in grado di rilasciare una portata di 112 m3/s alla quota di massimo invaso.
Scarico di fondo sussidiario o di esaurimento: consiste in una tubazione metallica raccordata all’imbocco con soglia a quota 478,25 m s.l.m., chiusa allo sbocco da una valvola a farfalla e da una valvola a fuso. Lo scarico consente lo svuotamento del volume idrico a valle dell’avandiga.
Opere di derivazione
Il sistema di derivazione delle acque è costituito da un’opera di presa in sponda destra munita di due paratoie di intercettazione in serie, da una galleria in pressione bidirezionale rivestita in calcestruzzo (lunghezza 6400 m), da un pozzo piezometrico posto nel Comune di Castelnuovo di Garfagnana in località Boscacci. Dal pozzo piezometrico si diparte una condotta forzata (in cemento armato e poi metallica) che dopo un tratto lungo 130 m in galleria sotterraneo si biforca in due canne metalliche presidiate ciascuna da valvola a farfalla di sicurezza ed intercettazione, che confluiscono nella Centrale idroelettrica di “Torrite”, nella quale sono presenti tre gruppi di produzione dotati di turbine Francis. Segue una galleria a pelo libero che scarica le acque nel torrente Turrite Secca. Al pozzo piezometrico confluisce anche la galleria in pressione con origine dalla diga di Isola Santa.
Data aggiornamento: 05/01/2022